Tradizioni

La vita civile dei Walser è stata per secoli legata strettamente alla religione, poiché questa influenzava tutto il comportamento umano dalla nascita alla morte, costituendo un inscindibile binomio tra sacro e quotidiano. Si trattava di una religiosità vissuta con intensità e immediatezza, che, data anche la scarsa istruzione di questa popolazione, spesso si esprimeva in forme superstiziose. Ne sono esempi la SEELENBALGGEN, fessura che veniva appositamente lasciata tra le pareti della parte alta della casa o ancora la croce impressa sul pane in segno di ringraziamento o l’acquasantiera, posta vicino al letto, che conteneva l’acqua benedetta usata nella recita delle preghiere.

Dopo il Concilio di Trento la Diocesi di Novara cominciò ad esercitare un maggiore controllo su quelle popolazioni che prima erano state più trascurate. Sono importanti quindi le visite pastorali, con cui i cappellani istruivano i Walser, indirizzandoli verso una religiosità più ufficiale. Si stabilì infatti che la domenica fosse totalmente dedicata al Signore, senza concessioni allo svago e al ballo, occasioni di peccato e che tutta la giornata venisse occupata da pratiche religiose quali la messa, le prediche, la dottrina, i Vespri, le processioni e gli esercizi di pietà.

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processione Rosario Fiorito (autunno)

Certamente l’insieme delle tradizioni walser al tempo della migrazione aveva una fondamentale unità nonostante vi fossero già differenze più o meno accentuate, a seconda dei diversi luoghi di provenienza dal Vallese dei gruppi di coloni walser .Tuttavia, in generale, per il Walser il villaggio, dov’era nato e cresciuto , era il punto nodale intorno al quale ruotava tutto il suo universo e tutta la sua vita. Egli vi era legato così profondamente perché quello era il luogo costruito dai suoi antenati, coi quali lui si sentiva continuamente in relazione. A differenza dell’uomo moderno, che si sente ormai sradicato dall’ambiente in cui vive , l’uomo walser sentiva che nel breve spazio che lo circondava vi erano tutte le ragioni della sua esistenza. Per questo motivo egli non poteva pensare alla sua vita senza la famiglia e quest’ultima era impensabile senza l’intero villaggio. Infatti è da sottolineare il forte rapporto sociale esistente tra l’uomo walser e la sua gente, rapporto di reciproco aiuto in ogni momento di vita comunitaria. Inoltre tutte le case del villaggio venivano aperte per qualsiasi bisogno alla collettività, che viveva in pace come una grande famiglia. Un’antica consuetudine voleva che tutti i nuclei familiari, con la partecipazione di qualche loro membro, prestassero servizio personale a favore della comunità. Ciò consisteva nella riparazione di strade, di reti d’irrigazione, nella pulizia e nella cura di alpeggi, ecc. Anche per quanto riguardava l’assistenza sanitaria , che durante i secoli passati era quasi del tutto inesistente, ci si prestava ausilio reciproco, principalmente attraverso la veglia ai malati o la preparazione di rimedi di vario genere, che , secondo una pratica molto diffusa in tutti i villaggi, erano ricavati da erbe medicinali.

Purtroppo l’antico patrimonio delle tradizioni legato ai momenti cruciali della vita dei Walser,quali MATRIMONI,     NASCITE E BATTESIMI    e     FUNERALI,    è andato quasi completamente perduto. In seguito all’apertura delle alte valli e all’affievolirsi della coscienza del gruppo di appartenenza , gli antichi rituali connessi a questi momenti hanno poco a poco perso il loro significato e oggi sono quasi del tutto scomparsi. E’ possibile , tuttavia, sulla base della scarna, ma pur sempre preziosa, letteratura specifica e delle testimonianze dei più anziani componenti della comunità, tracciare un breve e preciso quadro delle particolari usanze praticate dai Walser nella celebrazione dei loro più importanti rituali.

Ad Alagna faceva capo una parrocchia che di solito univa 1500 persone circa. Le feste si celebravano per lo più da dicembre a marzo ed è in questo periodo che erano particolarmente numerosi i matrimoni. I giovani si univano nel giorno di Santo Stefano e il matrimonio avveniva nei mesi successivi; in entrambe le occasioni si assisteva in tutto il paese ad una vera e propria festa, cui partecipavano, vestite di bianco, le ragazze senza marito, vestite di blu , quelle sposate, e, vestite di viola, le vedove. Oltre al giorno delle nozze si festeggiavano le ricorrenze religiose ed in particolare San Nicolao e San Giovanni Battista, patrono di Alagna, e la Settimana Santa, durante la quale nessuno lavorava, in segno di profonda devozione.

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