La mostra

D’acqua e di pietra

Il Monte Fenera e le sue collezioni museali

Nell’allestimento di Palazzo dei Musei (Varallo)

(1 Agosto – 14 Ottobre 2004)

a cura di Gabriele Federici

gabrielefederici@libero.it

 

La mostra, dopo l’esposizione a Palazzo d’Adda (10 – 25 luglio), si è spostata a Palazzo dei Musei. Nella prima metà del mese di agosto l’accesso alle sale è avvenuto tramite l’ingresso della Pinacoteca e la mostra non ha avuto un referente sul posto.

In seguito alla scarsa affluenza, il Comitato organizzatore ha deciso di gestire la mostra tramite una persona stabilmente presente (individuata nello scrivente), in grado di fornire assistenza ai visitatori e di assicurare l’apertura autonoma dei locali.

 

La fruizione della mostra

Con questa nuova forma di gestione la mostra è rimasta aperta da lunedì 22 agosto a sabato 12 settembre al mattino (10.30 – 12.30) e al pomeriggio (14.30 – 18.00). Dopo quella data, in seguito al progressivo ridursi nel numero di visitatori, l’apertura è stata ridotta nei giorni feriali (da martedì a venerdì) al pomeriggio, mentre sabato e domenica l’orario è stato quello del mese di agosto. Nel mese di ottobre la mostra è rimasta aperta solo su appuntamento, con funzione didattica Come detto, la visita alla mostra è andata diminuendo nel tempo, in rapporto alla progressiva riduzione della presenza turistica a Varallo.

Analizzando invece l’andamento dei visitatori nell’arco della settimana si è constatato che la frequenza media nei giorni feriali è stata relativamente bassa (6 visitatori / giorno), mentre i giorni festivi hanno visto una maggior partecipazione, con oltre venti persone nelle domeniche di agosto.

Il 6 settembre la mostra è stata visitata da una squadra di ripresa di Odeon TV.

Dall’ultima settimana di settembre si sono succedute le visite di numerose scuole valsesiane.

Istituto superiore “D’Adda” di Varallo, 162 presenze (23 settembre III A Liceo linguistico, I A Liceo linguistico; 24 settembre I Liceo classico, II A Liceo Linguistico, II Liceo classico; 25 settembre III Liceo classico; 28 settembre V A Liceo linguistico; 14 ottobre IV Ginnasio)

Scuole elementari di Varallo, 79 presenze (28 settembre, IV A e IV B)

Scuole medie di Serravalle, 31 presenze (I A e I B)

Complessivamente, durante la sua esposizione a Palazzo dei Musei, la mostra è stata visitata da circa 500 persone.


Le modalità di fruizione della mostra

Dopo la grande affluenza alla mostra durante l’esposizione a Palazzo D’Adda in concomitanza con l’Alpàa, il risultato complessivo è stato considerevole, soprattutto dal punto di vista qualitativo. Il consenso è stato unanime.

La durata della visita è stata in media di 35 minuti, anche se occorre segnalare che alcune persone hanno completato il percorso espositivo in un’ora e mezza.

Analizzando il registro delle firme si può dedurre che queste visite estremamente attente sono state effettuate da persone che conoscevano già, almeno superficialmente, il Monte Fenera, e la mostra rappresentava perciò per loro un’ottima occasione per approfondire i loro interessi.

Vi sono stati alcuni visitatori che sono stati attratti dalla sezione introduttiva dedicata alla scoperta del Monte Fenera e ai suoi artefici (Pietro Calderini).

Vi sono state, infatti, persone che hanno ammirato questa sala, dedicando una veloce visita al resto. A tal proposito, è degno di nota ricordare, in questa sede, come alcuni appassionati d’archivistica hanno osservato per più di quaranta minuti i materiali esposti nelle due bacheche della prima sala, meravigliandosi della qualità dei testi esposti. Sicuramente in questa sezione il reperto che ha suscitato l’ammirazione generale è stata la Tabula Gratulatoria, l’album, pezzo unico, regalato al Calderini per i suoi ottant’anni. Un’altra parte che ha riscosso grande interesse è la storia del Museo di Scienze Naturali, che è stata esposta trattengiandone alcuni punti fondamentali, quali la fondazione, il ruolo catalizzatore del sacerdote sine cura animarum, il momento di passaggio dal Calderini al Marco e i vari momenti che hanno portato alla situazione attuale, facendo riferimento, ove le circostanze lo permettevano, anche alle interessanti mostre organizzate dalla Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno nel triennio 1996 – 1998. Al visitatore, anzi, fin da subito è stato sottolineato il legame tra il Monte Fenera, il Calderini e il suo museo, che raccoglie molti reperti rinvenuti nel sito, e la totalità delle collezioni mineralogiche e petrografiche. Qualcuno, vedendo il diploma di benemerenza assegnato al Calderini per l’Esposizione Valsesiana del 1905 ha espresso il desiderio di vedere delle fotografie dell’evento.

Sempre nella prima sala è stata ammirata la Geognosia e la Geologia del Monte Fenera, l’opera del Calderini apparsa nel 1868 negli “Atti della Società italiana di Scienze Naturali”, destinata a segnare una pietra miliare nello studio del Monte, e la bandiera storica del CAI di Varallo. A tal proposito, si è sempre specificato che la sezione di Varallo del Cai ha avuto una rilevanza fondamentale, essendo la terza per fondazione dopo quelle di Torino e Aosta, fatto che ha, positivamente, sorpreso tutti coloro che erano solo di passaggio in valle.

Nella sala di “transizione” alla sezione naturalistica, ha attirato l’attenzione dei visitatori l’illustrazione della peculiarità del Monte Fenera come l’unico massiccio carbonatico ad ovest del Lago Maggiore. Il pannello relativo alla fauna cavernicola del Monte Fenera è stato, purtroppo, trascurato da alcuni visitatori durante la fase d’apertura al pubblico, mentre è stato particolarmente apprezzato dalle varie scolaresche. In particolare a tutti gli alunni è stato spiegato l’interessante caso dell’Alpiniscus Feneriensis.

Trattando della sala naturalistica, nella sezione dell’avifauna i visitatori sono stati colpiti dal picchio muraiolo, il simbolo stesso del Parco Naturale del Monte Fenera, dal gufo reale, dal biancone, e in misura minore, dai chirotteri.

Arrivando alla sezione petrografica si è rilevato un grande interesse per i quattro frammenti superstiti d’alabastro calcareo della grotta Colombino, scoperta nel 1953, e fotografata subito e poi demolita per dei lavori che si dovevano compiere in quell’area.

Nella sezione petrografica si mostra come il Monte presenti una stratigrafia completa (porfidi quarziferi, dolomie, arenarie…). Il canino dell’Orso speleo, e soprattutto l’emimandibola del Rinoceronte di Merk rinvenuto ad Ara suscitano lo stupore di tutti. Dal reperto, per continuità tematica, si passa a trattare l’importanza degli studi compiuti del Prof. F. Strobino, e del suo ruolo propulsivo nella fondazione del Museo di Paleontologia di Borgosesia. A questo punto la cicogna nera, già da lontano, richiama inesorabilmente l’attenzione del pubblico, essendo l’impagliatura più ammirata, giustamente, dell’esposizione.

Giungendo alla sezione botanica si apre un excursus sulla figura dell’Abate Antonio Carestia in senso assoluto e, in particolare, come attento studioso delle fanerogame e dei licheni del Fenera, parlando degli erbari che aveva allestito (Fanerogame del Museo Calderini, Erbario Carestia –Tirozzo di Fobello, l’immenso erbario personale confluito nelle raccolte dell’H. P. conservato presso il Dipartimento di Biologia vegetale dell’Università degli Studi di Torino). Qualcuno ha espresso, anzi, il proprio rammarico perché ha potuto ammirare l’esemplare di vite silvestre del Fenera solo nella fotografia presente nel pannello della flora. Anche le nuove erborizzazioni effettuate nei mesi primaverili appositamente per la mostra hanno riscosso grand’interesse. Nella sezione dedicata ai reperti fossili del Pliocene si osserva il caso della Persea Calderinii, la foglia fossile di avocado rinvenuta dal Calderini sul Fenera. Per questa scoperta il Meneghini propose perciò l’epiteto Calderinii, non sapendo che la specie era già studiata (si tratta, infatti, della Persea Princeps).

Particolarmente utile è stata la presenza di un personal computer per visionare offline il sito www.montefenera.org, in cui i visitatori hanno potuto osservare attentamente le immagini, e i materiali via via raccolti. In particolare si mostra loro i nuovi tabelloni posti quest’estate per favorire le escursioni, le immagini del Fenera, e le fotografie della flora, permettendo interessanti confronti con quanto esposto nei pannelli. In tal senso si evidenzia la foto dell’Orlaya grandiflora, per compararla con l’esemplare presente nella sala naturalistica.

Vi sono stati visitatori appartenenti a varie associazioni o enti (Compagnia della Beata Panacea e di San Gaudenzio dei Valsesiani residenti in Torino, Società Valsesiana di Cultura, Parco Naturale del Monte Fenera), anche se vi è stato solo una visita compiuta in modo “ufficiale” a nome dell’associazione Pro Natura di Novara. Conclusioni La chiave del successo dell’evento, da misurare non tanto in termini numerici, comunque positivi, ma in base al gradimento, molto alto, è stata data dalla, faticosa, mediazione tra interessi per certi versi opposti, in vista di un’osmosi tra sezione storica e quella naturalistica, almeno in parte realizzatesi, tale da attirare un pubblico eterogeneo.

La mostra ha presentato tre punti di forza che l’hanno resa particolarmente interessante:
  • la qualità delle immagini e dei testi dei pannelli

  • la presentazione in modo completo e, soprattutto, integrato di tutte le caratteristiche naturalistiche e culturali del Monte Fenera
  • La realizzazione del sito internet www.montefenera.org che ha raccolto tutte le attività sviluppatesi durante quest’estate, diventando un punto di riferimento costante nell’integrazione del materiale esposto nelle diverse sezioni della mostra.

 

Chiudi